Cinema coreano

Locandina del film Arirang, di Na Woon-gyu (1957)

La strutturazione industriale del cinema coreano iniziò negli anni venti. Dopo la seconda guerra mondiale e la Guerra di Corea, la produzione cinematografica coreana prese due strade completamente differenti.

Il cinema nordcoreano si sviluppò nel 1946 e conobbe il suo massimo splendore nel 1960. Molte dozzine di lungometraggi sono prodotte ogni anno in Corea del Nord.

Il cinema sudcoreano, invece, attraversò un'età dell'oro tra la fine degli anni cinquanta e gli anni sessanta, anche se la scarsa qualità di numerosi film e il controllo governativo rendono controversa questa definizione. Dalla fine degli anni novanta il cinema della Corea del Sud ha attraversato una fase di risveglio: nel 2005 il numero di film coreani distribuiti nelle sale era superiore a quello dei film stranieri, mentre numerose opere sono state distribuite in occidente e hanno ottenuto risultati lusinghieri nei festival cinematografici internazionali. Tra i registi più talentuosi di questa "nuova onda" vanno menzionati Park Chan-wook, regista di Old Boy, Bong Joon-ho, regista di Parasite, film vincitore della Palma d'oro al Festival di Cannes 2019 e primo film sudcoreano a vincere l'Oscar al miglior film straniero nel 2020, Kim Ki-duk, regista di Primavera, estate, autunno, inverno... e ancora primavera e Ferro 3 - La casa vuota, Kim Jee-woon, Lee Chang-dong e Yeon Sang-ho.


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